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Palazzo Sebellin ex Sede Municipale

Nel 1785 i fratelli Bernardo e Baldassarre Sebellin costruirono un palazzo (Palazzo Sebellin nell'attuale via Roma), per propria abitazione. Ed è di qualche anno più tardi la prima indicazione dell'impegno dei Sebellin nella vita e nello sviluppo economico di Rossano Veneto. Nel frattempo, le proprietà della famiglia si estendevano ulteriormente, in particolare nella zona retrostante il palazzo, sino all'acquisizione della vasta area che verrà destinata all'edificazione del Parco. Uno dei fratelli, Baldassarre, lascerà in dono ai Rossanesi, nel 1876, il Palazzo ex sede del Municipio.

Alla fine dell'800 è il figlio di Luigi, Riccardo, a prendere in mano le sorti della famiglia e ad entrare in possesso delle proprietà rossanesi e vicentine. È lui che nel 1890 chiede di ricostruire a sue spese il marciapiede della Contrada Maggiore (l'attuale via Roma), è lui che nel 1899 richiede di collocare lungo le vie principali le condutture per l'elettricità, e poi la costruzione di strade, dei provvedimenti contro le frequenti epidemie, la costituzione dei pozzi con le igieniche pompe, insomma tutta una serie di riforme che dovevano condurre Rossano al passo con lo sviluppo tecnico, economico e sociale che si andava imponendo a cavallo tra i secoli.

Il parco annesso al grande palazzo fu ideato e realizzato durante la seconda metà del XIX secolo, dopo che Riccardo Sebellin, figlio di Luigi, procedette all'accorpamento di tutti i terreni non ancora in suo possesso posti nell'area retrostante il palazzo stesso. Ecco quindi le grandi macchie di alberi sapientemente articolate: i viali tortuosi senza bordure e colline, grotte, laghetti artificiali, il tutto teso a simboleggiare una natura selvaggia e rustica, non contaminata dall'intervento dell'uomo.

Alla fine dell'Ottocento, quando Riccardo Sebellin ha esteso la sua proprietà, il progetto di costruzione del parco comincia a realizzarsi. Questo documento viene confermato da mappe risalenti all'anno 1901, che ci mostrano già ben definiti i limiti del Parco e del laghetto, la riconoscibile sagoma della ormai costruita torre di gusto neogotico, che ispirerà probabilmente il nome della riformata via Torricella, il cui percorso passava proprio al centro dei terreni oggetto della trasformazione e la piccola fabbrica, sempre in stile neogotico, che più tardi verrà adibita a voliera, giusto nel mezzo dell'estensione del parco.

Testi tratti da "Rossano Veneto; scampoli di storia e di vita", di Clelia Lunardon Marin.

 

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